Riti funebri: non tutti gli stessi

Riti funebri: non tutti gli stessi

Quando si tratta di funerali non sempre è piacevole parlarne, ma non in tutti i casi. Ci sono in tutto il mondo, sin dall’inizio dei tempi diversi modi e tempi di celebrare un rito funebre.

In tutto il mondo, infatti, ci sono molti e differenti modi di dare l’ultimo saluto ad un proprio caro defunto.

Si pensi che nell’antichità gli egizi mummificavano i propri defunti, pensando che anche il corpo andasse nell’aldilà. Altri popoli, come i vichinghi, mettevano i loro defunti su una barca con delle monete, per assicurarsi il loro viaggio verso l’aldilà, e poi gli davano fuoco. E tante altre tradizioni si possono raccontare.

Funerali al giorno d’oggi: i riti più strani

Al giorno d’oggi molte tradizioni sono sparite, mente altre sono ancora in uso. In tutto il mondo si possono trovare diversi usi e usanze per quanto riguarda i riti funebri.

Funerali Jazz a New Orleans. È un tradizionale rito funebre basato sul jazz. La cerimonia funebre a New Orleans è un mix di gioia e dolore con coloro che partecipano accompagnati da una banda musicale. Questo particolare rito funebre basa le sue origini sulla cultura francese e afro-americana. Il rito consiste in un repertorio malinconico, ma una volta che il corpo viene seppellito, le note musicali si fanno decisamente più allegre e l’atmosfera cambia. La danza fa parte dell’evento e rappresenta un modo per commemorare la vita del defunto.

Le usanze nelle Filippine. Quelle delle Filippine sono pratiche funerarie bizzarre.

  • Nel Benguet hanno l’usanza di bendare i morti e posizionarli accanto all’ingresso principale della casa;

  • In Tinguian sono soliti vestire i morti con i loro abiti migliori, li siedono su una sedia e gli mettono una sigaretta in bocca.

  • A Caviteño seppelliscono i morti all’interno di un albero parzialmente scavato. Quando si ammala qualcuno, i parenti scelgono l’albero dove il “caro” verrà sepolto.

  • Ad Apayo, invece, tumulano i loro morti sotto la cucina.

 La sepoltura in Mongolia e Tibet. Molti buddisti in Mongolia credono nella trasmigrazione dell’anima dopo la morte. Per tornare ad essere una parte della terra il corpo viene fatto a pezzi e messo in cima ad una montagna e dato in pasto agli avvoltoi. Si tratta di una tradizione antichissima e circa l’80% dei tibetani ancora la pratica.

 Il funerale ecologico. Negli Stati Uniti sempre più persone scelgono la sepoltura ecocompatibile. Significa saltare i processi di imbalsamazione e utilizzare materiali biodegradabili che si decompongono poi successivamente nel terreno.

 La rotazione delle ossa in Madagascar. In Madagascar esiste un noto rituale chiamato “famadihana”, altrimenti detto rotazione delle ossa. La famiglia del defunto, una volta ogni 5 o 7 anni, realizza una processione presso la cripta del defunto, dove questo solitamente avvolto in un panno, viene riesumato e cosparso di profumi e vino. Durante questo rituale, una banda suona e i familiari ballano con il corpo riesumato. Secondo la loro tradizione, questo rappresenta l’unico modo per comunicare con il morto e farsi dare la benedizione.

 Bare strane in Ghana. In Ghana, le persone aspirano ad essere sepolte in bare che rappresentano il loro lavoro o qualcosa che hanno amato nella vita. Queste cosiddette “bare” sono delle forme più strane, da una a forma di Mercedes-Benz per un uomo d’affari, a un pesce di grandi dimensioni per un pescatore, fino ad una Bibbia gigante per qualcuno che amava andare in chiesa, etc.

 Funerali diventati leggenda

Oltre ai funerali più bizzarri in giro per il mondo, ci sono anche altri tipi di funerali diventati leggenda per lo sfarzo del rito. Uno dei funerali che è rimasto nella storia è, ad esempio, Il funerale dell’ex presidente americano Ronald Reagan. Questo costò circa 260 milioni di sterline. Anche il funerale di John Kennedy, nel 1963, ebbe il costo di circa 7 milioni di sterline dell’epoca. Altri esempi di funerali sfarzosi sono, ad esempio, quello di Michael Jackson e ancora più quello di Elvis.

Tra i funerali epici, invece, per il numero di persone che vi hanno partecipato, è quello di Papa Giovanni Paolo II. Riuscì, infatti, ad attrarre quattro milioni di fedeli a Roma, mentre due miliardi seguivano le esequie in televisione.

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