Riflessologia plantare: cos’è e a cosa serve

La riflessologia plantare è una pratica della medicina alternativa che sta trovando sempre più appassionati anche nel nostro Paese, tanto da essere uno dei tipi di massaggi più richiesti e apprezzati al pari di altri più tradizionali.

Il principio che sta alla base della riflessologia plantare è la possibilità, attraverso il massaggio e la pressione su alcune parti del piede, di alleviare patologie e disturbi che riguardano altre zone del corpo.

Nonostante non ci siano ancora studi scientifici che dimostrino la fondatezza di questa teoria, cresce il numero di persone che si rivolgono alla riflessologia plantare per i suoi benefici.

Sempre più professionisti, inoltre, decidono di acquisire le giuste competenze per effettuare sedute di riflessologie plantari, frequentando un corso a Milano come quelli che si trovano al seguente link: https://www.artecorpo.it/corso-massaggiatori-professionale-milano.php.

Cos’è la riflessologia plantare

La riflessologia plantare è un massaggio che si concentra su determinate zone del piede, grazie al lavoro manuale di un terapeuta specializzato.

La pressione e il massaggio che si fa in questo caso, ha l’obiettivo di dare beneficio ad altre parti del corpo che sono interessate, in quel momento, da disturbi o patologie.

Secondo la riflessologia, infatti, ci sarebbe una corrispondenza tra determinate zone dei piedi e specifiche parti dell’organismo come, ad esempio, articolazioni, strutture nervose, organi e ghiandole.

Il massaggio del teraputa, nella maggior parte dei casi, si svolge solo ed esclusivamente con le proprie mani, senza l’aiuto di lozioni e oli.

A cosa serve la riflessologia plantare?

Chi si rivolge alla riflessologia plantare è perché vuole migliorare, attraverso la pressione esercitata su zone ben specifiche dei piedi, il proprio stato di benessere.

Stimolando, infatti, alcune parti dei piedi si ha la convinzione che ci possano essere dei miglioramenti per quanto guarda alcune patologie croniche o acute.

I professionisti di riflessologia plantare affermano, nonostante la mancanza di studi scientifici, di portare beneficio a problemi come:

  • asma, attraverso la pressione sulle zone che corrispondono a polmoni, gabbia toracica e cuore;
  • costipazione, stimolando le zone corrispondenti all’intestino;
  • patologie legate allo stress, grazie alla pressione esercitata sulle zone riflesse di cervello, collo, colonna vertebrale e apparato digerente;
  • irritabilità, in questo caso le zone interessate sono quelle relative a vescica, intestino e reni.

Oltre a questi fastidi, la riflessologia plantare sostiene di poter dare sollievo in caso di infortuni sportivi, in seguito a contusioni, di problemi vescicali e di stati di ansia.

Storia della riflessologia plantare

Secondo alcuni studi storici, le prime tracce di una disciplina simile alla riflessologia plantare sono da ricercare addirittura nell’Antico Egitto e nell’Antica Cina.

Il concetto moderno di riflessologia plantare si deve, invece, al medico statunitense William H. Fitzgerald che, nel 1913, affermò la possibilità di lenire alcuni disturbi grazie alla pressione esercitata in alcune specifiche zone dei piedi.

La teoria di Fitzgerald, che aveva come obiettivo di ridurre l’uso di anestetici durante gli interventi chirurgici, trovò molto consenso presso i dentisti che iniziarono ad applicare la riflessologia plantare con successo.

A quei tempi, però, va detto che il nome utilizzato era di “terapia zonale”, nome coniato proprio dal medico statunitense.

I maggiori sviluppi della teoria della riflessologia si ebbero negli anni ‘30 e ‘40 del Novecento, grazie al lavoro del fisioterapista statunitense Eunice D. Ingham.

Si deve a lui, infatti, la mappatura sulla pianta dei piedi e delle mani di tutte le zone del corpo umano.